Il 30/09 Nicolas Favresse e Ivo Ninov hanno realizzato la prima ascensione di ‘Lost in translation’ 400m per 10 lunghezze in libera (5.12b/c) sulla parete East di El Capitan.
Il 30 agosto Nicolas ha compiuto la prima salita di “Lost in translation”, una via di 400m per dieci tiri sulla parete est di El Capitan, assieme al trentenne bulgaro Ivo Ninov. I due hanno salito la via in perfetto stile: dal basso e in 27 ore, grandandola a5.12b/c (attorno a 7b/c francese). E’ la prima volta in Yosemite che una via in libera viene aperta in questo stile. Vista la qualità della roccia e il grado (abbordabile rispetto a quasi tutte le altre linee liberate negli ultimi anni) la via potrebbe essere destinata come un “instant classic.”
Nicolas, Raccontaci “Lost in translation”
La via è lunga 400m per 10 tiri di bellissima arrampicata. La maggior parte dei tiri non sono più duri di 5.10+ ma le protezioni su alcuni sono abbastanza distanziate. I tiri chiave sono in un bellissimo diedro di 5.12a e 5.12b/c – su entrambi bisogna lavorare con cautela in opposizione. In alcuni punti della via la protezione non è così buona e, a volte, devi proprio andare perché non riesci a piazzare niente. Significa che a volte l’arrampicata di 5.10+ è un pò esposta, ma i tiri più duri sono tutti protetti bene.
Quanto c’è di nuovo su questa via?
La maggior parte delle cose ovvie su El Capitan sono già state salite, spesso in artificiale. Credo quindi che la maggior parte della nostra via sia già stata salita in artificiale, ma il lato di El Cap dove siamo saliti non è così frequentato. Anche se alcuni tiri erano già stati percorsi in passato in realtà non siamo riusciti a capirlo bene, a parte alcuni vecchi chiodi sparsi qua e là. Un paio dei tiri sono sicuramente nuovi e perfetti per un’arrampicata in libera su protezione tradizionali.
Parlaci di queste protezioni?
Non abbiamo messo né spit né chiodi sui tiri, ma abbiamo semplicemente sostituito degli spit sulle soste se lo ritenevamo necessario. Alcune delle soste sono infatti in comune con delle vie di artificiale. Sui tiri chiavi c’erano già degli spit, non sapevamo molto di chi li avesse messo, e alcuni erano superflui e li abbiamo tolti.
Come la paragoni alla tua via dell’anno scorso, L’Appât?
E’ meno difficile ed meno “piccante”. Su l’Appât hai un run-out di 5.12d e le difficoltà sono molto più intense. Ma Lost in translation è stata aperta con uno stile molto migliore, dal basso in un tentativo unico. Su L’Appât ho lavorato e pulito il tiro chiave calandomi dall’alto.
Sei tornato in Yosemite. Ci puoi spiegare la sua magia?
Il tempo è sempre fantastico da maggio fino a fine ottobre. Tutto è accessibile, quindi poi tentare delle cose in stile leggero e bivaccare con solo un pile se proprio devi. E’ tutto concentrato solo sull’arrampicata. Ed è anche un posto dove si apprende per le montagne più alte…
Scaricate qui il
report completo, in inglese, di Lost in translation.Foto Favresse collection
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